A Cali c’è una città giardino
Vivo in una casa silenziosissima. E fa strano perché a immaginare Cali, prima di arrivarci, molte cose avrei pensato fuorché di avere tanta quiete. E invece vivo in un quartiere di grande silenzio. E molto, molto verde, ma questo, in una città tropicale, era un po’ più facile da immaginare. Vorrei iniziare a raccontare il verde. Poi il silenzio.
Cali è verde dappertutto. Questa è senza dubbio la prima impressione che ho avuto, atterrando in questa città. Io non avevo mai visitato un clima tropicale, e forse a questo si deve tanta mia meraviglia. È veramente bello. Credo che il termine tecnico più adatto sia rigoglioso (’in vigoroso sviluppo’). Se dovessi descriverlo a parole mie, direi che si ha l’impressione che tutto sia più vivo. Più forte. Più verde e più grande. Tutto: le foglie, gli alberi, le piante, la frutta.. (e che buona, la frutta tropicale!). Cali è sempre-verde e la natura si intromette da tutte le parti, in tutti gli spazi liberi. L’impressione è che sia la città, ad intromettersi in tutto questo verde. Immagina una città incastrata dentro una selva. Cali.
E poi quando piove! In questo momento ci troviamo nella stagione delle piogge, quindi piove tutti i giorni, di solito verso il tramonto (intorno alle 17 — il sole tramonta alle 18.30, tutti i giorni, tutto l’anno). Prima che inizi a piovere, di solito si sente tirare il vento. Si alzano alcune foglie. C’è qualche minuto di silenzio, come se la terra trattenesse il respiro. E poi ..piove. Piove forte, piove davvero, e certe strade diventano fiumi in pochi minuti. E si sente soltanto, forte, il rumore della pioggia. Questo è il verde di Cali.
Ho scelto di iniziare raccontando del verde, ma adesso vorrei arrivare a questo grande silenzio. Dicevo che fa strano immaginare Cali — la capitale della salsa — come un luogo silenzioso. Infatti Cali non è una città silenziosa. È il mio quartiere ad essere silenzioso. Da due mesi, per scambio universitario, abito a Ciudad Jardin, e Ciudad Jardin e Pance sono i quartieri a sud di Cali in cui si trovano tutte le università della città. Sono anche i quartieri più esclusivi della città, e il trasporto pubblico li collega molto male a tutto il resto — anche se questo non lo attribuirei ai quartieri in sé. Il trasporto pubblico caleño è veramente efficiente e funziona male in tutti i quartieri. Però è comunque interessante che il sud di Cali sia così mal collegato a tutto il resto, perché ricorda un po’ l’aria che si respira qui — la sensazione che si stia bene separati, lontano dal rumore. Lontano da tutto il resto.
Come dicevo, questa è la zona in cui vive l’élite caleña, l’‘Estrato 6’. In Colombia, quello degli estratos socioeconómicos (strati socioeconomici) è un sistema di classificazione utilizzato per determinare il livello socioeconomico delle abitazioni e, di conseguenza, delle famiglie che vi abitano. Va da Estrato 1 (il più basso) a Estrato 6 (il più alto), ed è stato ideato per stabilire il costo dei servizi pubblici (acqua, elettricità, gas) e per determinare sussidi statali. Il sistema di classificazione nasce come indicatore del costo dei servizi, ma è anche un indicatore del prezzo delle case dei diversi quartieri, e quindi crea una sorta di ghettizzazione per estratos ‘ufficiale’, e ad esempio è sufficiente conoscere il quartiere di provenienza di qualcuno per conoscere il suo reddito. E nei quartieri di estrato 1 e 2, , ad ogni modo, “è meglio non entrare”.
Vivere a Ciudad Jardin è strano, perché ci si sente scollegati dal resto della città. Quando vivevo a Lima ero in un quartiere molto più rumoroso, più centrale. Sicuramente, molto meno elegante. Molto meno solitario. Ecco, solitario è una buona definizione. Qui le case sono tutte nascoste le une dalle altre, protette da muri, recinti elettrici. È difficile orientarsi in queste vie, perché non ci sono segnali, e di notte non c’è molta illuminazione. Gli autobus non coprono tutte le strade. La strana disposizione di questo quartiere mi ha colpito, perché pensavo: come mai niente marciapiedi? Così poca illuminazione? In un quartiere così ricco! Tutto ha qualche spiegazione, e anche Ciudad Jardin ha la sua. Come mi hanno poi spiegato, il quartiere è stato edificato tra gli anni ‘80 e ‘90, ovvero durante l’auge del narcotraffico caleño. Le grandi case che si trovano nella mia via, molto probabilmente, sono state costruite in quel contesto. Questo spiega anche l’isolamento, la difficoltà di orientarsi tra le vie, e l’assenza di una pianificazione urbana del quartiere: non era pensato per avere una vita cittadina attiva. A Ciudad Jardin ci si muove in automobile, perché tutti hanno l’automobile. Nessuno va a piedi – e per me, che a Torino ero abituata a spostarmi camminando, è stato molto strano. “A voi stranieri piace camminare” mi sorride Angela, che abita in una strada parallela alla mia (parallela si fa per dire, visto che non c’è ordine interno). E davvero non c’è nessuno che cammina, per le strade. Solo il verde, e tante piccole formiche tagliafoglie, che mi fanno sempre compagnia nel tragitto verso casa-università.
Javier ha una quarantina d’anni, tre figli, vive a Cali da tutta la vita e lavora per Comfandi — catena di farmaceutici — da 25 anni. Adesso lavora nella sede di Ciudad Jardín, a pochi passi da casa mia. Quando mi fermo a chiacchierare mi dice che è molto raro che le persone si fermino a chiacchierare in questo quartiere. Aggiunge, “nel resto della città è più normale chiacchierare un po’. Sai, a mia moglie dico spesso che sarà pur vero che a Ciudad Jardin le persone hanno molti soldi, ma alla fine sai cosa comprano di più, in farmacia?”. Provo con “integratori?”. Ride, “No. Antidepressivi, e pillole per dormire di notte. Pensa”.
Mi hanno chiesto molte volte cosa io pensi di Cali. Me lo chiedono perché si accorgono subito che sono straniera, e qui non è ancora così tanto comune incontrare turisti che parlino bene lo spagnolo, non nei quartieri non turistici. Io rispondo sempre che è una domanda molto difficile, perché non esiste una sola Cali, ne esistono tantissime, sembra di stare in un’accozzaglia di città tutte incastrate insieme. Ciudad Jardin non è Siloé, non è l’Oriente, non è il centro. Non è il Boulevard. Ci sarebbe così tanto da raccontare. Posso rispondere a questo: com’è vivere a Ciudad Jardin? Silenziosissimo! E molto verde. Ma staccato: staccato dalla città, dal rumore, dalle persone. E vorrei aggiungere questo: che vivere qui è staccato da una parte molto importante della realtà della città. In Colombia l’indice di Gini (che misura il livello di disuguaglianza di un paese) è del 54%, uno dei più alti al mondo. Circa il 33% della popolazione colombiana vive in povertà monetaria e l’11,4% in povertà estrema. Il 10% più ricco possiede oltre il 42% del reddito nazionale, mentre il 40% più povero ne controlla solo il 10%. E quel 10% vive in quartieri come questo, come Ciudad Jardin. Lontano dal resto.
mappa di Cali per strati economici. Ciudad Jardin si trova nella zona viola, strato 6.
(mappa di Cali per numero di omicidi. Si può osservare, guardando le due mappe. una buona correlazione tra strati 1 e 2 (giallo e azzurro) e alti tassi di mortalità per omicidio (zone rosse).
Fonti e link utili:
Studio sulle disuguaglianze a Cali: https://repository.icesi.edu.co/server/api/core/bitstreams/5f9b8cf2-61c6-7785-e053-2cc003c84dc5/content
Tour di Ciudad Jardin: https://www.youtube.com/watch?v=fvb4Q5u3aCQ