Ambasciatori italiani dell’Anno Europeo dei Giovani

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“Abbiamo bisogno di creare empatia nei giovani verso l’Unione Europea, e questo può essere fatto solo attraverso giovani che parlano ai giovani”. Così, Marco de Giorgi, Capo Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, spiega il perché degli Ambasciatori dell’Anno Europeo dei Giovani.

Siamo al museo dell’Ara Pacis, è il 24 marzo ed è stato inaugurato l’Anno Europeo dei Giovani.

Gli Ambassador sono 40 ragazzi e ragazze dai 18 ai 30 anni sparsi sul territorio italiano, selezionati attraverso un bando dell’Agenzia Nazionale Giovani e un processo di verifica della loro motivazione nel ricoprire questo ruolo.

L’obiettivo è far arrivare a tanti ragazzi e ragazze le opportunità a livello locale ed europeo, coinvolgendoli nelle politiche giovanili, testimoniando i valori europei e promuovendo iniziative in progetti di cittadinanza attiva, digital e green. Gli Ambassador saranno coinvolti attivamente nella realizzazione di eventi, iniziative e momenti formativi promossi dall’Agenzia Nazionale.

Vogliamo creare degli Ambasciatori generativi, ovvero giovani che possano poi impegnarsi nel loro territorio o in prossimità” spiega Lucia Abbinante, direttrice dell’ANG.

Durante l’evento per i 15 anni dell’Agenzia Nazionale Giovani, ho avuto modo di scambiare qualche parola con tre giovani Ambassador: Filippo Altea, di Dolianova, in provincia di Cagliari; Gianluca Ranalli di Pescara e Elena Padua, di Alfonsine in provincia di Ravenna.

Cosa vuol dire per voi essere ambasciatori dell’Anno Europeo dei Giovani?

Sicuramente c’è tanto onore, ma anche tante responsabilità!” risponde subito Filippo “Non tutti i giovani possono avere la fortuna di conoscere le opportunità offerte dall’Unione Europea e dall’Italia, che ci sono, sono tante e diverse, anche se in molti non riescono a raggiungerle perché manca l’informazione. Siccome noi siamo stati fortunati a conoscerle, è nostro dovere impegnarci dal punto di vista della promozione e divulgazione.”

Nel concreto dovremmo portare e avvicinare ai giovani i programmi europei (ESC, Erasmus+, Servizio Civile Universale). Dai giovani, per i giovani verso i giovani” aggiunge Gianluca.

Gli Ambassador saranno infatti complementari ai Network dell’Agenzia Nazionale Giovani già presenti, (EuroPeers, ANGinRadio e Generazione Changemaker) ma diventeranno, nel corso dell’anno, punto di riferimento dei giovani coetanei, impegnandosi ad avvicinarli all’Europa e alle Istituzioni.

Per questo motivo, il percorso da Ambassador prevede una formazione costante sulle opportunità offerte dall’Unione Europea, – come i programmi Erasmus+, Corpo Europeo di Solidarietà e DiscoverEU – sul quadro normativo e la struttura dei fondi europei e sull’Agenda 2030, lo Sviluppo Sostenibile e il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza.

Quest’anno è l’Anno Europeo dei Giovani, secondo voi avremmo davvero una voce o è solo una pratica di youthwashing?

La responsabilità nel far emergere la nostra voce è, oltre che ovviamente nostra, anche della politica. Si deve capire che i giovani sono il presente e non il futuro, per cui devono avere un impatto oggi! È anche vero che spesso i giovani risultano non credibili, per cui il nostro compito è dimostrare che ci siamo e che abbiamo realmente voglia di lavorare e confrontarci con i decisori, portando il nostro contributo” mi spiega subito Gianluca. C’è fiducia nelle sue parole, e anche tanto ottimismo. 

Perché hanno scelto voi come Ambasciatori?

Noi siamo 40, circa due per ogni regione, siamo stati scelti tramite un bando dell’ANG (anche se dipendiamo dal ministero delle Politiche Giovanili e del Servizio Civile Universale).” mi dice Gianluca “Ognuno di noi ha esperienze diverse e portiamo tutti contributi diversi, c’è chi ha fatto scambi giovanili, chi è nel terzo settore, chi in politica…”

Ad esempio, Elena faceva già parte di un altro network dell’Agenzia Nazionale Giovani, ovvero ANGinRadio, con cui stava svolgendo il Servizio Civile presso Radio Sonora, la radio istituzionale dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna. “Quando ho visto il bando per diventare Ambasciatrice, avendo degli ideali filoeuropeisti, ho pensato che questa fosse la mia occasione, poiché potevo mettere in campo per quello in cui credo veramente.”

Il processo di selezione si è articolato in due fasi, e nella seconda parte si doveva rispondere ad una domanda: Cos’è per te l’Europa?

“Grazie alla mia esperienza di Servizio Civile a Radio Sonora, ho acquisito competenze per il montaggio di podcast, per cui per rispondere a questa domanda ho registrato un breve podcast spiegando la mia idea di Europa. È andata bene e ora posso rappresentare l’Emilia-Romagna!”

Gianluca, manderesti un incoraggiamento verso i giovani che ci leggono?

Spero di non essere mainstream, ma quello che voglio dire è: siate protagonisti, vogliate essere protagonisti!Gianluca mi spiega che girando per le scuole superiori per promuovere queste attività, ha notato un appiattimento in questa generazione, a causa di tutti gli eventi complessi che stanno vivendo. “Prendete il presente, e non il futuro, di petto!”.

Elena, qual è il valore aggiunto che ti sta dando questa esperienza?

Sicuramente un valore aggiunto è avere la possibilità di confrontarmi con i miei coetanei Ambassador. Da un lato sono molto simili a me, perché condividiamo gli stessi valori, crediamo in un’Europa unita e a misura di giovani, per cui mi sento meno sola nei miei ideali.

Allo stesso tempo noto una grande diversità nel gruppo, perché abbiamo tutti fatto percorsi molto diversi, e ciò che mi raccontano dalle loro esperienze mi aiuta a capire quanto la nostra realtà possa essere complessa e quante occasioni ci siano per noi.  È una crescita personale molto ricca!