Una guida ai disturbi dell’alimentazione

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Avvertimento prima di procedere alla lettura: i temi trattati potrebbero urtare la sensibilità di alcuni lettori, oltre che causare potenziale disagio emotivo e/o fisico.  L’articolo ha il fine di informare il pubblico e di fungere come strumento di sensibilizzazione.  Se tu, o qualcuno che conosci, soffre di DCA, o hai paura che ne potrebbe soffrire, ti invitiamo a rivolgerti al tuo medico, un famigliare, un amico, o al numero verde SOS Disturbi Alimentari – 800 180969.

I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, più comunemente noti come Disturbi dell’Alimentazione, o DCA, colpiscono ogni anno all’incirca 8.500 persone in Italia.

Si stima che il totale dei casi in Italia siano 2 milioni.

Partiamo dalle basi. Che cosa sono i DCA?

Come definito sulla pagina dedicata del Ministero della Salute, “i Disturbi dell’Alimentazione sono patologie complesse, caratterizzate da un disfunzionale comportamento alimentare, un’eccessiva preoccupazione per il peso con alterata percezione dell’immagine corporea”. 

Sono dunque disturbi che alterano il rapporto che si ha con il cibo, il proprio peso e la propria immagine.

Essi possono essere accompagnati da problemi di bassa autostima o da disturbi psichici, come ad esempio i disturbi d’ansia o dell’umore.

La American Psychiatric Association ha pubblicato una lista dei disturbi alimentari ufficialmente riconosciuti: anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating), gli OSFED, ovvero Other Specified Feeding and Eating Disorders, disturbi alimentari che non ricadono strettamente sotto la categoria di anoressia o bulimia nervosa, il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione del cibo, la ruminazione e la pica. 

Non esiste il “troppo poco malato”

La società ha un’immagine netta della persona affetta da disturbo alimentare, che coincide generalmente con una figura scheletrica e pallida.

Ma non esiste un peso specifico secondo il quale una persona viene diagnosticata con un Disturbo dell’Alimentazione.

Nonostante, infatti, esista una categorizzazione per livelli di gravità, questa è da intendersi solamente come strumento a scopo medico e diagnostico, utile per accertare lo stato di progresso del disturbo e della salute fisica della persona affetta.

I Disturbi dell’Alimentazione, infatti, sono tutti quelli caratterizzati da un rapporto disfunzionale con il cibo, che si protrae o ripete nel tempo e che causa danni alla salute fisica, nonché disagi psico-sociali alla persona.

Chi soffre di DCA, quindi, può essere sia sottopeso, normopeso che sovrappeso, anche a seconda del disturbo del quale soffre.

Di grande importanza è dunque tenere conto del fatto che i DCA non sono sempre “visibili”, anche perché molti di loro si possono manifestare in modo subdolo.

Attenzione ai bias di genere

Una ricerca dell’ABA, Associazione italiana per la prevenzione di Anoressia e Bulimia, mostra che il 95,9% delle persone affette da DCA sono donne.

All’anno, infatti, i nuovi casi di anoressia nervosa contano tra le 8 e le 9 donne su 100.000 e tra gli 0,02 e l’1,4 uomini su 100.000 

Per quanto riguarda la bulimia nervosa, invece, l’incidenza annuale sale a 12 donne ogni 100.000 e a 0,8 uomini ogni 100.000.

Ma non bisogna farsi intrappolare dai numeri.

Come per la salute mentale, la società ha costruito degli stigmi intorno ai Disturbi dell’Alimentazione e alla figura maschile, che rendono difficile per chi ne è affetto trovare il coraggio e l’appoggio necessario per parlarne apertamente e cercare aiuto.

Ad esempio, si stanno scoprendo nuovi tipi di disturbi alimentari, come la bigoressia, un disturbo che causa a chi ne è affetto, di percepirsi come troppo magro, diffuso tra sportivi e frequentatori di palestre e la orthoressia, ovvero l’ossessione con cibi e alimenti sani, entrambi diffusi maggiormente tra gli uomini.

L’età

La fascia maggiormente a rischio di sviluppare Disturbi dell’Alimentazione sono ragazze adolescenti tra i 15 e i 19 anni di età.

Si sta però assistendo a una maggiore diffusione del fenomeno anche nei bambini, a partire dall’età di 6 anni e negli adulti sopra i 40 anni. 

Come aiutare

I Disturbi dell’Alimentazione possono essere curati.

Cruciale per questo è un intervento precoce, che permetta l’identificazione del disturbo prima che questo arrechi danni gravi e/o permanenti alla salute e allo sviluppo psico-fisico della persona.

Quest’ultimo è più a rischio più giovane è la persona, poiché, come spiega la pagina del Ministero della Salute, potrebbe influenzare fra l’altro lo sviluppo delle ossa e del sistema nervoso centrale.

I sintomi sono molti e ovviamente non è sempre semplice distinguere tra una sana preoccupazione della propria dieta e un vero e proprio disturbo.
Il Ministero della Salute ha rilasciato un’utile guida a supporto dei familiari.

Da sottolineare comunque, è il fatto che i primi segnali da tenere sott’occhio sono un improvviso disagio emotivo connesso con il cibo, un cambiamento drastico della propria dieta, la ripetizione costante di tali comportamenti e la costanza con i quali vengono messi in atto.

Il ruolo dei social

Al genitore preoccupato, o a chi usa i social in modo regolare, potrebbero venire in mente le immagini ritoccate di donne e uomini che i propri figli potrebbero vedere sui social media. 

Le foto e i video che raccontano il “What I eat in a day” (Cosa mangio in un giorno) e i vari allenamenti e diete che promettono una pancia piatta, gambe magre, ecc.

L’ossessione dell’immagine perfetta e della vita perfetta.

Sarebbe irresponsabile dire che questi non possano avere effetti sulle persone e influenzare o peggiorare una condizione preesistente. 

Ma sarebbe altrettanto irresponsabile tralasciare il potere di comunità che creano.

Nel 2012, il social media Instagram, consapevole dei contenuti “pro” disturbi alimentari che si stavano diffondendo sulla piattaforma (come su altre purtroppo), ha eliminato tutti gli hashtag e i profili connessi ad essi. Se li si cerca ora, spunta fuori una pagina vuota e un link a risorse utili.

Al loro posto, come raccontato nel documentario di Maruska Albertazzi, “Hangry Butterflies #larinascitadellefarfalle”, sono stati creati profili alimentari e community di ragazz* che, spinte dalle loro esperienze con i Disturbi dell’Alimentazione, si riuniscono e si danno forza a vicenda, condividendo le proprie storie. 

Inoltre, l’anonimato dei social media aiuta chi se no resterebbe nascosto a uscire allo scoperto e trovare aiuto.

La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla

Il 15 marzo, come sancito dalla Presidenza del Consiglio, è riconosciuto istituzionalmente come giornata nazionale contro i Disturbi dell’Alimentazione.

Voluta da un padre che perse la figlia per bulimia in questa data, la giornata è volta a sensibilizzare l’opinione pubblica, creare una rete di solidarietà, accrescere la consapevolezza e scoraggiare il disinteresse verso chi non ne è affetto direttamente.

Il fiocchetto lilla, simbolo internazionale, crea consapevolezza della possibilità di curare queste malattie. Dà un’opportunità di aggregazione a chi si sente lasciato solo a combattere e ricorda chi invece, non ce l’ha fatta.