The Last 20, “per salvarci dobbiamo lavorare insieme”

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Reggio Calabria 2021. Sulla punta dello stivale si è riunita, dal 22 al 25 luglio, una rappresentanza un po’ insolita. O almeno, sicuramente è un po’ insolita per le rappresentanze a cui siamo abituati. I 20 Paesi che si sono riuniti qui, infatti, non hanno partecipato al G20 come protagonisti. Sono l’oggetto di queste riunioni, come Paesi “da aiutare”. Sono queste le nazioni che soffrono più gravemente le conseguenze della crisi attuale.

Riunirsi senza coinvolgerli come protagonisti significa dare per scontato che non vogliano, o che non siano in grado, di essere parte attiva della soluzione, ma perché? È fondata la presupposizione che ci induce a considerare un Paese povero, perché povero, incapace di agire? E se scoprissimo che anche loro sanno essere “soggetti” di queste decisioni? Che non sono solo bisognosi, ma vogliono – e devono – essere anche protagonisti?

The Last 20” (questo il nome che hanno scelto) sono i venti Paesi più impoveriti – non poveri, attenzione, impoveriti – della Terra. Si fanno chiamare “gli ultimi”, ma in quanto a emissioni sono i più danneggiati. Questo meeting vuole affermare che i Paesi più fragili non sono muti, e non hanno più voglia di non avere voce in capitolo. La Terra che stiamo distruggendo è di tutti, non solo di chi ha avuto la fortuna di nascere in un Paese industrializzato. Le decisioni da prendere – e vanno prese in fretta – devono essere condivise.

Continuare a raccontare e ad ascoltare soltanto i rappresentanti del G20 è pericoloso, perché alimenta una retorica che si fonda su un pregiudizio malsano. Alla fine, è un po’ come dire che gli unici in grado di salvare il pianeta sono i “Paesi potenti”. Che gli unici a poter “salvare il pianeta” siamo noi. La riunione degli “ultimi” è invece una dichiarazione importante, che vuol ribadire con forza che un’azione che voglia essere efficace è necessariamente un’azione comune. Un’azione che coinvolge tutti. Per tutti coloro che vogliono essere parte della soluzione.

Si auspica quindi un incontro sincero tra le potenze riunitesi a Napoli per il G20 e quelle dei The Last 20. Nella convinzione che l’unica strada che percorribile sia quella della collaborazione, e non può esistere collaborazione senza dialogo. Riportiamo qui la loro dichiarazione conclusiva.

Noi, rappresentanti dei Last 20, i Paesi più impoveriti del pianeta, riuniti a Reggio Calabria dal 22 al 25 luglio, di fronte al gravissimo stato d’allarme di Madre Terra, sentiamo il dovere di far fronte alle sfide planetarie sul clima partendo dalla prospettiva dei nostri popoli, le prime vittime dei cambiamenti climatici. In questi giorni, non lontano da qui, a Napoli, i G20, i venti Paesi più industrializzati che producono il 90% del Pil mondiale e sono responsabili dell’emissione dell’85% dei gas serra, si sono riuniti per cercare un accordo sul clima.

Ma sui 60 articoli dell’accordo sono rimasti bloccati sui due più importanti e fondamentali per contrarrestare la deriva della crisi socio-ambientale: l’accelerazione dei tagli alle emissioni di CO2 e lo stop al pensionamento del carbone. Per dare un presente e un futuro al pianeta vogliamo ricordare ai grandi della terra che siamo soggetti della storia e soltanto riducendo consumi e sprechi nei Paesi più ricchi e fermando la rapina delle risorse naturali nei nostri paesi possiamo uscire dalla crisi socioambientale e dalla spirale del debito per abbracciare un nuovo modello di sviluppo che dia protagonismo ai nostri comuni sogni e speranze. Solo così, tutti sulla stessa barca, possiamo salvarci insieme”

“The Last 20” proseguirà con altre tappe tematiche:

– dal 10 al 12 settembre a Roma, con un focus sulla questione della lotta alla fame e alla povertà; 

– dal 17 al 21 settembre in Abruzzo e Molise, sui temi del dialogo interreligioso e della pace;

– dal 22 al 26 settembre a Milano, dove si parlerà di sanità, impatto del mutamento climatico, resilienza.

La conclusione avverrà a Santa Maria di Leuca il 2-3 ottobre, e concluderà il ciclo la stesura di un documento comune da presentare ai media e nelle sedi internazionali.

I rappresentanti dei Last 20

Afghanistan, Burkina Faso, Burundi, Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea Bissau, Libano, Liberia, Malawi, Mali, Mozambico, Niger, Sierra Leone, Somalia, Sud Sudan, Yemen. 

I promotori

The Last 20 è stato promosso da: Comune e Città metropolitana di Reggio Calabria, Federazione delle diaspore africane in Italia, Fondazione Terre des Hommes (Italia), ITRIA (Itinerari turistico-religiosi interculturali accessibili), Mediterranean Hope, Re.Co.Sol. (Rete Comuni solidali), Rete azione TerraE, Fondazione Casa della Carità (Milano), Parco Ludico Tecnologico Ecolandia.