Tampon tax: la povertà mestruale esiste anche in Italia

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Quando si parla di povertà raramente si pensa alla difficoltà nell’avere accesso ai prodotti per l’igiene mestruale. 

In Italia non esistono dati Istat sulla povertà mestruale, sappiamo solo che nel 2020 le donne indigenti erano circa 2 milioni e 227 mila  e che nel 2022 quasi un italiano su quattro era da considerarsi a rischio povertà, pari al 24,4% dei cittadini. 

Si stima quindi che una donna su dieci non si possa permettere l’acquisto di prodotti sanitari per il mestruo. 

Inoltre, l’IVA sugli assorbenti a partire dal 1° gennaio 2024 in Italia è aumentata nuovamente, passando dal 5% al 10%. Per di più il sovrapprezzo sistematico che viene definito come “Pink Tax” o “Tassa rosa” non interessa solamente i prodotti per l’igiene mestruale bensì è definibile come un costo aggiunto che riguarda gli oggetti socialmente percepiti come ad uso e consumo delle donne a parità di costo di produzione. 

Dai rasoi agli shampoo, passando per i deodoranti, basta fare un giro in qualsiasi supermercato per confrontare la differenza di costi a parità di prodotto. 

In una società in cui il valore individuale viene spesso ridotto al benessere economico del singolo è necessario fare un discorso più ampio per comprendere la problematicità di qualcosa che viene percepito come marginale. 

Questa, sfortunatamente, è solo la punta dell’iceberg, Infatti in molti sostengono che sia incredibilmente complesso verbalizzare la difficoltà nel reperire le risorse economiche necessarie per acquistare prodotti mestruali. 

Lo stigma riguardante la povertà resta ad oggi più forte che mai, specialmente in campo mestruale. 

Quando si parla di povertà non viene da pensare alle persone costrette a gestire il proprio flusso mestruale con mezzi di fortuna. Eppure, questa è la realtà. 

Se dopo aver letto tutto questo senti anche tu il bisogno di cambiare le cose, una delle iniziative che possiamo mettere in atto a livello locale, partendo dal basso è quella “dell’assorbente sospeso”. Puoi recarti in attività commerciali che vendono dispositivi sanitari e pagarne un pacco in più per chi non può permetterselo. Inoltre puoi portare assorbenti nei bagni pubblici con il metodo “se ne hai bisogno prendilo, se non ti serve, lascialo. Se invece vuoi fare la differenza anche per l’estero, qui sotto trovi il link del progetto di Alice for Children che si occupa di fornire dispositivi igienici per le ragazze e le donne che ne necessitano.