Il presente e il futuro dell’Europa: gli elementi da cui ripartire

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Dopo l’apparente declino in cui sembrava versare l’Unione Europea dopo la grande crisi economica del 2008-2009, oggi un’altra crisi mondiale sembra aver fatto risorgere la fenice dalla cenere. Per la prima volta nella storia dell’UE una cifra di 750 miliardi di euro è stata mobilitata per soccorrere gli Stati Membri e le loro economie, travolte dall’emergenza sanitaria scatenata dal virus Covid-19.

Un’iniziativa corale che dona nuova linfa vitale ai 27 e che dimostra agli altri attori internazionali che siamo ancora sul podio. Più che una sfida, questa sembra essere un’occasione per valutare insieme quanta strada sia stata fatta nell’ultimo ventennio di storia, il che sarà di fondamentale importanza per comprendere accuratamente quali possano e devono debbano essere gli elementi da cui ripartire per tutelare il futuro dei cittadini europei e rilanciarne il presente.

Questa sembra essere l’idea che vuole trasmettere la Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen. Lo scorso 16 settembre, parallelamente al discorso sullo stato dell’Unione Europea, la Commissione ha infatti pubblicato un documento riassuntivo delle iniziative promosse nel proprio primo anno di attività e i risultati raggiunti.

“Un nuovo corso per l’Europa” è stato inaugurato all’insegna della strategia industriale, del Green Deal europeo e dell’innovazione digitale.

“Il mercato unico è una storia di successo, che continua a portare prosperità e opportunità sia alle imprese che ai cittadini dell’UE” sono le parole che si leggono nel report. Il 20% delle economie europee è rappresentato dalle industrie e la lotta contro le diseguaglianze si combatte anche su questo fronte. La Commissione sta portando avanti dialoghi strategici consultando sindacati, imprese e parti sociali per raggiungere l’ambizioso obiettivo sulla questione del salario minimo europeo. Qui il termine “equità” ha tracciato un percorso di pari opportunità per le lavoratrici e i lavoratori di tutto il territorio comunitario. Nessuno verrà lasciato indietro.

Il 37% del “Next Generation EU”, il piano di rilancio dell’economia europea post Covid-19 approvato la scorsa estate, verrà destinato al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Green Deal. Circa 225 miliardi di euro rappresenteranno la bussola verde verso la preannunciata neutralità climatica da raggiungere entro il 2050. Un’economia moderna e competitiva passa, secondo la Commissione, da una “transizione giusta”, da un’onda verde al servizio dei cittadini. Questo nuovo pilastro su cui si reggerà l’UE dell’immediato futuro sarà un baluardo della difesa e del rispetto dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile applicato alla finanza, degli investimenti in mobilità intelligente e molto altro ancora.

A fare da perno a queste iniziative ci sarà l’innovazione digitale. La tecnologia è lo strumento più versatile nelle mani dell’UE per garantire una funzionante interconnessione tra cittadini e Istituzioni. I punti focali da cui ripartire con il 20% di fondi del “Next Generation EU” sono: 

  • Una nuova proposta legislativa per un’identificazione elettronica europea affidabile e sicura; 
  • il rafforzamento della connettività dei dati per le zone rurali; 
  • la preparazione di un quadro normativo sull’intelligenza artificiale, grande assente degli ultimi anni; 
  • la creazione di un Cloud europeo (basato su GaiaX). 

Fino a qualche anno fa abbiamo dimostrato di inseguire USA e Cina proprio nell’innovazione digitale: basti pensare che le prime tutele promosse dall’UE nei settori evidenziati finora sono state avanzate su richiesta dell’Europarlamento, la prima Istituzione a essersi resa conto del monopolio digitale della Cina nel mercato europeo.

Oltre alle politiche verdi, quelle digitali e quelle mirate allo sviluppo dell’industria europea, l’attenzione della Commissione è concentrata su ulteriori fronti come l’immigrazione, la tutela dei diritti fondamentali, la sanità e la geopolitica internazionale.

Il dinamismo caratterizzante questa fase di sviluppo senza precedenti sembra capace di perdurare nel tempo e di ragionare sul presente pragmaticamente senza perdere di vista la disarmonia che ci stiamo lasciando alle spalle.

(Foto di Deniz Anttila da Pixabay)