Povertà e ambiente: l’agenda per le nuove generazioni

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Il terzo appuntamento di approfondimento della Children’s Week, organizzata da Vita e dal Gruppo di lavoro per la Convezione dei diritti sull’Infanzia e l’Adolescenza, ha ruotato attorno ai temi della povertà e dell’ambiente.

La prima parte degli interventi ha visto, come relatori, due membri del Gruppo CRC che hanno trattato dell’11° Rapporto CRC, da poco presentato.

Si è sottolineato come l’ambiente sia considerato da sempre un fattore determinante per la salute, basti pensare che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 23 per cento delle morti nel mondo sono per cause ambientali. Il problema del secolo è il cambiamento climatico, e questo è chiaro ed evidente a tutti e riguarda la salute. “I bambini – afferma Giacomo Toffol del Gruppo CRC – respirano quasi continuamente aria non sana, con il conseguente sviluppo di patologie respiratorie”. Il traffico automobilistico, prima causa per l’inquinamento atmosferico, diventa anche elemento di difficoltà per la mobilità dei bambini nelle città. A questo si aggiunge anche la mancanza, nelle città, di spazi verdi e alberati per vivere all’aperto, che provoca anche l’aumento di patologie come obesità e disturbi psichiatrici per il poco movimento o la scarsa socializzazione. Sono dati allarmanti che puntano però a cercare di inquadrare quali sono le difficoltà dei bambini in Italia, perché si possano pensare politiche pubbliche volte a tutelarli, coerenti con le sfide del tempo in cui viviamo.

La seconda parte degli interventi è stata aperta dal Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Stanislao Di Piazza, il quale ha posto l’accento su come il problema dell’infanzia sia legato alla vulnerabilità e come questo possa diventare anche molto drammatico laddove vi siano sacche di povertà. “È vero – afferma– che dobbiamo intervenire in maniera più massiccia per quanto riguarda le famiglie più numerose. Questa emergenza epidemica ha bloccato tutti i processi”. Si sofferma anche sul dato drammatico di una ricchezza complessiva del Paese in aumento, ma che non aumenta investimenti e interventi per le situazioni vulnerabili che toccano bambini e adolescenti.  Sul tema spinoso della scuola, sul quale si sta molto dibattendo in questo momento di emergenza sanitaria, “dobbiamo intervenire, lo Stato deve garantire l’eguaglianza per l’accesso a tutti. Non abbiamo capito che se si chiudono le scuole dell’infanzia creiamo un dramma che può avere effetti irreversibili”. Occorrono però anche interventi di educazione che aiutino a superare non solo le povertà reddituali ma anche quelle culturali che contribuiscono ulteriormente a danneggiare il tessuto sociale.

Singolare la testimonianza di Federica Gasbarro, giovane di Fridays for Future, che ha portato la sua testimonianza sull’importanza di guardare la realtà della situazione ambientale precaria in cui viviamo. Ha partecipato al meeting mondiale sul clima e ha raccontato come le proteste “strikes” non si siano fermate in questo periodo, ma proseguono online e con grande partecipazione. L’accento, nel suo intervento, lo ha posto sulla necessità di avere spazi verdi per poter vivere la natura e così educarsi al rispetto di questa, ma anche di avere un approccio pragmatico nell’affrontare un problema serio, importante e che riguarda tutti.

Ha preso poi la parola la vicepresidente di Legambiente, Vanessa Pallucchi, che ricordando la definizione di sviluppo sostenibile del 1987 ha evidenziato come la pietra angolare dello sviluppo fossero considerati i giovani. Gli stessi giovani che oggi, con grande forza, stanno dicendo agli adulti che se non si fa presto nel cambiare il nostro modo di vivere, l’ambiente non ce la farà. “Serve avere chiaro infatti che non siamo noi adulti a fare un favore a loro, ma sono i giovani che lo stanno facendo a noi”.

Le parole conclusive dell’incontro sono della dottoressa Filomena Maggino, presidente della cabina di regia Benessere Italia, organo di supporto tecnico-scientifico al Presidente del Consiglio nell’ambito delle politiche del benessere e della valutazione della qualità della vita dei cittadini: “La parola chiave oggi è nuovo modello di sviluppo, il benessere deve essere equamente suddiviso e promosso in modo sostenibile”. È stato un errore, secondo il suo parere, non aver messo al centro delle politiche pubbliche il benessere, ponendo il paese in una situazione di enorme fragilità. Introduce poi il concetto di sindemia, ovvero la relazione tra la malattia e il contesto ambientale che può aggravare le malattie stesse e che tocca principalmente le persone più fragili.

“I fondi dell’Europa siano investiti anche per le politiche dei bambini e degli adolescenti”. Questa la speranza che tutti i partecipanti portano nel cuore e che traspare chiara dalle parole di Arianna Saulini, portavoce del Gruppo CRC.