Norvegia: Svartlamon, l’alternativa no-profit del mercato immobiliare

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Era la fine degli anni Ottanta quando un gruppo di giovani iniziò a trasferirsi nel quartiere che oggi conosciamo come Svartlamon. Le case erano in condizioni non ottimali, l’affitto era basso, ma il municipio di Trondheim non aveva alcun interesse nel lasciare le cose com’erano.

Alla fine degli anni Novanta, quando si palesò la possibilità di trasformare il quartiere in un’industria automobilistica, sembrò che Svartlamon stesse per andare incontro alla propria fine, ma i residenti non si arresero e, nel 2001, un nuovo piano regolatore fece di Svartlamon l’unica area di sperimentazione città-ecologica in Norvegia.

Il municipio di Trondheim è ancora in possesso del terreno e della maggior parte delle case, ma la Svartlamon Housing Foundation le prende in affitto e le trasforma in abitazioni convenienti, dove le persone sono parte integrante del processo decisionale, attraversi incontri mensili per tutti gli abitanti di Svartlamon, cinque sotto-quartieri che si incontrano ogni qualvolta sia necessario e incontri condominiali dove i residenti hanno potere decisionale sulle proprie vite.

La Norvegia negli ultimi 20 anni hanno visto una crescita dei costi delle abitazioni, rendendo così difficile comprare una casa senza bisogno di prestiti alti e rendendo altrettanto difficoltoso prendere casa in affitto.

Svartlamon, e il suo “satellite” Mellomveien, offrono abitazioni meno costose e, anche se potresti trovarti a condividere spazi e doveri, il quartiere è un’alterativa valida al “mercato capitalista”.

“Risolvere il problema legato alle abitazioni – spiega Kathrine E. Standal, direttrice generale della Svartlamon Housing Foundation – è la chiave alla soluzione di altri problemi della società odierna, non solo quello dei senzatetto e della salute psicologica”.

“Un’abitazione – aggiunge – è diversa da una casa: quante volte abbiamo preso un appartamento in affitto senza poter pitturare un muro o appendere una foto per renderlo più confortevole, più nostro?”

Svartlamon vuole andare contro i tipici giorni lavorativi da otto ore, perché “il tempo è la risorsa più importante” che possediamo. Avere tempo libero permette alle persone di mettersi in gioco e dare vita a nuovi progetti, di cercare di realizzare i propri sogni.

Da questo punto di vista, Svartlamon è un rifugio, popolato da persone che vogliono essere parte di un cambiamento: Mellomveien ne è una prova perché, nonostante sia un sistema abitativo “normale”, è comunque stato un rischio per la Housing Foundation. 

“Non sarebbe potuto accadere senza che i residenti fossero d’accordo, e hanno detto di sì sapendo che fosse un rischio” spiega Kathrine. “Sanno che se la Foundation andasse in bancarotta, perderebbero la casa”.

Svartlamon può essere considerato anarchico sotto alcuni punti di vista: abitato all’inizio da attivisti e hippy, un tempo casa di alcolisti e persone con problemi psicologici, ha oggi regole semplici: pagare l’affitto (o chiedi un pagamento a rate se non puoi permetterti l’affitto per un po’), non infastidire gli altri, essere cortese e gentile. 

Ma Svartlamon potrebbe funzionare su larga scala? Kathrine pensa di sì, ma “Svartlamon non è per tutti”, proprio come vivere in campagna o in città non è per tutti. Il sistema usato a Svartlamon non dovrebbe essere l’unico disponibile, ma potrebbe essere il punto di partenza di un terzo settore abitativo, un’alternativa non-profit al mercato che conosciamo oggi. Creare questo nuovo settore del mercato abitativo richiederebbe leggi che rednano meno profittevole l’acquisto di case (in cui vivere o da affittare), meno costose le terre e che assicurino prestiti meno costosi a fondazioni come quella dietro Svartlamon. 

La creazione di questo terzo settore porterebbe beneficio sul lungo termine dal punto di vista socioeconomico, ma ci vorrà molto olio di gomito.