Da queste profonde ferite usciranno farfalle libere

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Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, data scelta da un gruppo di attiviste nel corso di un incontro di femministe latinoamericane a Bogotà, nel 1981, per ricordare il femminicidio delle tre sorelle Mirabal, uccise perché tentarono di bloccare il regime del dittatore Rafael Turrijo. Mentre si recavano a visitare i loro mariti in carcere vennero fermate da alcuni militari e in seguito violentate e torturate. Nel dicembre del 1999 l’ONU ha riconosciuto questa data, invitando i governi a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.

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Che cos’è il femminicidio?

Il femminicidio è una forma di violenza contro le donne, generata dalla trasgressione dei loro diritti umani da un punto di vista privato e della vita sociale.

Si tratta di un insieme di violenze (sia fisiche che psicologiche) e discriminazioni che possono concludersi con l’omicidio della vittima, ma c’è la possibilità che si verifichino altri tragici eventi quali suicidi, sofferenze fisiche e psichiche dovute all’insicurezza e all’indifferenza delle istituzioni. Da non confondere il femminicidio con il femmicidio, una forma estrema di violenza che ha origine nella violenza sessista dell’uomo radicata nelle nostre società.

Dati nel mondo

L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato un rapporto dal titolo “Valutazione globale e regionale della violenza contro le donne”, dove analizza i dati sulla diffusione della violenza femminile a livello globale, compiuta sia da parte del proprio partner, sia da estranei.

La violenza è un’esperienza traumatica vissuta da oltre il 35 per cento delle donne di età diverse in tutto il mondo. Questo studio segnala che la più comune forma di abuso è eseguita da un partner intimo ed evidenzia il dovere della collettività di lavorare insieme per eliminare ogni forma di violenza femminile e favorire il sostegno necessario alle vittime di questa esperienza.

Il 42 per cento delle donne che hanno subito abusi fisici da parte del proprio compagno ha sofferto di lesioni o depressione: la violenza, specialmente quella psicologica, contribuisce allo sviluppo di disturbi mentali. Parliamo poi di abuso di alcol e malattie sessualmente trasmissibili: le vittime abusate hanno l’1,5 per cento di probabilità in più di contrarre infezioni, come sifilide, clamidia o gonorrea, specialmente in Africa subsahariana, dove vi è il 1,5% di probabilità in più di contrarre l’HIV. Altre conseguenze sono gravidanze indesiderate ed infine aborti, bambini nati sottopeso: le donne che subiscono abusi dal proprio partner hanno il 16% di probabilità in più di partorire bambini sottopeso.

I nuovi dati mostrano in che modo la violenza contro le donne si sia diffusa: occorre intervenire per affrontare le cause di questa piaga globale.

Violenza psicologica sui social e nella vita reale

La violenza psicologica è difficile da individuare, ma tendenzialmente si tratta di comportamenti che danneggiano l’identità e l’autostima della donna come sarcasmo eccessivo, osservazioni maliziose o umilianti, minacce e intimidazioni rivolte anche ai membri della famiglia. Chi subisce violenza psicologica corre un rischio molto più alto di essere vittima di violenza fisica e sessuale.

Esiste inoltre un tipo di violenza digitale chiamata “cyberstalking”, che si manifesta attraverso e-mail, sms o messaggi online che possono essere “avance” inopportune o offensive, minacce, incitamento all’odio. Inoltre, lo stalking comporta episodi continui che analizzati singolarmente possono apparire innocui, ma combinati colpiscono il senso di sicurezza della vittima e provocano angoscia, paura o terrore.

Uno degli obiettivi dell’Agenda 2030, dobbiamo ricordare, è raggiungere l’uguaglianza di genere con l’emancipazione di tutte le donne con l’intento di “Eliminare ogni forma di violenza […] nella sfera pubblica e privata, compreso il traffico a fini di prostituzione, lo sfruttamento sessuale e altri tipi di sfruttamento”.

In base a dati del gennaio 2017, il nostro Paese risulta ancora lontano dal raggiungimento di questo traguardo.