Chile despertó: un grido che ha attraversato un anno intero

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È il 25 ottobre 2020. Ci sono lunghe file fuori dalle urne. A Santiago del Cile si respira nell’aria democrazia, possibilità di cambiamento.

È passato un anno dalla “Marcha más grande de Chile”. È il 25 ottobre 2019. A Santiago del Cile, in Plaza Italia, si concentrano più di 1 milione e mezzo di persone: “È una fiesta”. Le strade della città sono attraversate da un’ondata di speranza. La “manifestazione più grande della storia del Cile” nasce in seguito a un’escalation di disuguaglianze: l’approvazione della legge per l’aumento del prezzo dei biglietti dei trasporti pubblici del 18 ottobre è solamente la punta dell’iceberg, che nasconde disparità sociali ed economiche.

La mancanza di risorse destinate all’istruzione, il divario di stipendi tra i lavoratori della classe media e della classe più ricca, il valore (stabilito per legge) del salario minimo e la pensione minima. I manifestanti chiedono riforme al governo Piñera. La protesta cresce in maniera pacifica, ma si registrano ripetute violazioni dei diritti umani da parte dei carabineros.

I manifestanti chiedono un cambiamento che sia reale, chiedono di arginare le disuguaglianze. È il Cile dei giovani che riempiono le piazze, di chi ha vissuto l’atrocità della dittatura e la rinascita della democrazia. È il Cile che non si dimentica del suo passato, che si fa storia. E diventa futuro.

È il 25 ottobre 2020. Ci sono lunghe file fuori dalle urne. A Santiago del Cile si respira nell’ariademocrazia, possibilità di cambiamento.

“Quiere usted una Nueva Constitución?”, si chiede ai cittadini: “Volete una nuova Costituzione?”. Sono passati quarant’anni dall’entrata in vigore della Costituzione lasciata in eredità dal régimen di Augusto Pinochet, dittatura militare che iniziò l’11 settembre 1973 con l’Operazione Silenzio, con cui venne sostenuto dagli Stati Uniti il golpe militare che portò alla morte del presidente Salvador Allende.

Anni di desapariciones, torture e violazioni dei diritti umani. Periodo del governo del terrore che terminò solo nel 1990, con un plebiscito nazionale che portò alle dimissioni di Pinochet.

Nonostante le modifiche del 2005, con la riforma di alcuni capitoli della Costituzione, il testo adottato nel 1980 è rimasto invariato e ha accompagnato nel tempo una democrazia. Una democrazia che ha vissuto nei meccanismi e nelle regole di una dittatura, con una serie di ingiustizie istituzionalizzate dal testo costituzionale stesso. “È lo stesso sistema da più di trent’anni,” dice Felipe. “Ti guardi intorno e ti rendi conto dei problemi che ci sono. Disuguaglianze economiche e sociali. Pensi che ci sarà una soluzione e in realtà no pasa nada – non succede niente – ed è bellissimo quando finalmente la gente si mobilita per qualcosa di migliore.”

È il 25 ottobre 2020. Ci sono lunghe file fuori dalle urne. A Santiago del Cile si respira nell’aria democrazia, possibilità di cambiamento.

“Si sente l’energia quando le persone si uniscono. Che siano giovani, gente della mia età, ma anche adulti. Insieme per una democrazia che sia degna,” prosegue Felipe. I cittadini cileni si esprimono riguardo al plebiscito costituzionale e decidono quale organo deve redigere la nuova Carta Costituzionale. La Convención Constitucional, la nuova Assemblea Costituente, sarà eletta l’11 aprile del 2021 dai cittadini cileni stessi. Sarà composta da 155 membri, con lo stesso numero di donne e di uomini e i 2/3 dovranno approvare tutte le risoluzioni del nuovo testo costituzionale, che sarà oggetto di referendum.

“A partire da oggi, dobbiamo tutti collaborare affinché la nuova Costituzione sia la cornice per unità, stabilità, e futuro,” afferma il presidente Piñera.

È il 25 ottobre 2020. Ci sono lunghe file fuori dalle urne. A Santiago del Cile si respira nell’aria democrazia, possibilità di cambiamento. È passato un anno dalla “Marcha más grande de Chile”.

Una giornata che per la prima volta in questi trent’anni di trasformazioni democratiche porterà a una nuova Costituzione. L’ultima traccia delle atrocità sarà spazzata da un grido che ha attraversato le piazze per un anno intero. Chile despertó. Il Cile si è svegliato. 

E i cittadini hanno risposto “Apruebo”. Approvo.