La situazione dei migranti in transito

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Non esiste una definizione ufficiale di “migrante in transito”, sappiamo solo che è il tempo in cui il migrante passa da un paese ad un altro prima di arrivare a destinazione. Ma la domanda che dobbiamo porci è quanto dura questo periodo di transito? E dopo quanto tempo “in transito” in un paese quest’ultimo diventa invece “di destinazione”?

L’aumento di migranti in transito è dovuto all’incremento di ostacoli alla migrazione internazionale e alla mancanza di canali di migrazione regolari per il lavoro, il ricongiungimento familiare, l’educazione o ragioni umanitarie. Questo comporta l’aumento dell’immigrazione irregolare, perché i migranti non riesco ad accedere ai sistemi di asilo e sono obbligati a spostarsi da un paese a un altro molto spesso ricorrendo a trafficanti.

Uomini, donne e bambini decidono di affrontare il viaggio, prendendo rotte migratorie pericolose alla ricerca di una vita migliore. Molti di loro perdono la vita durante il tragitto, altri arrivano in Paesi dove sono costretti a fermarsi per mesi o anni prima di raggiungere lo stato di destinazione, se mai riusciranno a fuggire dal paese in transito.

I migranti in transito sono per lo più irregolari che hanno interrotto il loro viaggio perché impossibilitati a continuarlo. Alcuni non hanno più soldi per proseguire: c’è chi chiama la famiglia nel paese d’origine per farsi inviare dei soldi e chi prova a cercare un lavoro rivolgendosi spesso agli stessi trafficanti innescando così un circolo vizioso, finendo nelle mani di chi sceglierà quando e se farli partire, altri vengono catturati e messi in centri di detenzione, vere e proprie carceri, dove subiscono violenze, non hanno accesso all’assistenza medica, in cui molto spesso mancano i servizi di prima necessità come acqua e cibo.

Nei centri di detenzione i migranti aspettano di essere riportati nel loro paese di origine con tempi di attesa lunghissimi. Donne e bambini sono i più vulnerabili, subiscono discriminazioni, abusi e violenze e spesso vengono sfruttati a scopo lavorativo o sessuale, azioni condotte sia da attori privati che dello Stato. Alcune ricerche dell’UNHCR evidenziano che ragazze e donne sono particolarmente a rischio: durante il transito possono subire violenze non solo da bande criminali e altri migranti ma anche dalle autorità di confine.

I dati sui migranti in transito sono scarsi: questa mancanza rende difficile analizzare il problema e formulare soluzioni effettive e sostenibili.

Inoltre gli Stati mettono in discussione le loro responsabilità e i loro obblighi verso i migranti che di conseguenza non sono in grado di chiedere aiuto o protezione legale, rendendo il loro viaggio ancora più pericoloso e lungo.