ValorY, la prima piattaforma digitale dedicata ai giovani

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ValorY si presenta come “la prima piattaforma digitale dedicata interamente ai giovani”. Abbiamo intervistato l’ideatrice Simona Dell’Utri. Quando, e perché, è nata l’idea di un’iniziativa simile?

ValorY nasce da uno sguardo attento verso i giovani, verso ciò che vogliono comunicare in modo più o meno esplicito. Un treno con un gruppo di ragazzi con il cellulare in mano, un muro che passa veloce con la scritta “Voglio un mondo all’altezza dei sogni che ho” (Ligabue). Nasce da un’intuizione: perché non trasformare il mondo digitale in uno strumento sicuro e stimolante dove i giovani possano trovare contenuti filtrati, destinati ad un loro coinvolgimento attivo? Perché non dare loro la possibilità di entrare in contatto con dei mentori, così che possano ricevere risposte personalizzate e avere un aiuto nello sviluppo delle loro abilità?

L’utilizzo più immediato di ValorY avviene attraverso l’applicazione per smartphone. Nell’aprire un profilo si viene invitati a creare un avatar, e ci si trova davanti a diverse sezioni e a una chat in tempo reale.

Sarebbe corretto definire la schermata principale, Passion, una specie di feed in cui ognuno può pubblicare quel che preferisce?

La sezione Passion permette ai ragazzi di pubblicare video o foto e di creare eventi, magari per trovare nuovi amici con cui condividere interessi ed esperienze. In ValorY vale la regola dei “contenuti di valore”: vale la pena leggere, osservare, ascoltare quel che viene pubblicato perché dietro a ogni singolo contenuto ci sono passione e impegno, e più in generale la condivisione di un sogno.

La sezione Future dell’applicazione sembra avere lo scopo di indirizzare i giovani utenti nel mondo del lavoro, come, ad esempio, con il corso su come creare un curriculum promosso durante la quarantena. Da cosa è caratterizzata in particolare questa sezione?

Diversamente da quanto accade in Passion, a poter pubblicare in questa sezione sono i nostri mentori e i nostri partner, selezionati minuziosamente: devono essere persone in grado di dare qualcosa di più ai nostri Valoryers, Valory lovers, i ragazzi che da più o meno tempo sono entrati a far parte di questa famiglia.

Nella sezione Contest si trovano varie iniziative, in collaborazione con persone come Juan Caro e Fabio Sasso di Leitmotiv, il rapper Amir Issaa e il pasticcere Roberto Rinaldini. In base a cosa decidete con chi collaborare?

I nostri mentori vengono selezionati in base ai loro valori e all’attenzione che dimostrano nei confronti dei giovani: non dimentichiamo che per noi sono i ragazzi ad essere al centro! Nel collaborare chiediamo grande professionalità e innovazione per quanto riguarda la comunicazione, l’offerta formativa e la possibilità di crescita personale che si presenta per i nostri ragazzi.

Ogni utente ha una denominazione: si parte da “Beginner”, per poi passare a “Rookie”, e così via. Quali sono i livelli, e cosa vanno a indicare?

Quello dei “VCoin” (e dei livelli) è un sistema premiante, che permette all’user di diventare sempre più parte attiva dei progetti Valory, tanto on-line quanto off-line. Si parte da un livello “Beginner”, e le possibilità di crescita arrivano fino al ruolo di “Leader”. Chi arriva fin qui ha la possibilità di entrare a far parte del Direttivo Esecutivo ValorY nazionale.

Le attività di ValorY avevano avuto inizio dal vivo, ma con la quarantena si è spostato tutto online. I nostri incontri dal vivo si sono trasformati in dirette Instagram, gli “appuntamenti #CasaValorY”. I ragazzi hanno potuto portare on-stage le loro passioni, e i nostri mentori hanno lanciato dei contest culminati con degli incontri “a tu per tu”, che hanno offerto ai vincitori opportunità di crescita e approfondimento delle proprie passioni (dalla fotografia alla scrittura, dalla pasticceria alla moda).

Una delle campagne sostenute da ValorY è #iosocialresponsabilmente. In cosa consiste un utilizzo responsabile dei social network, oggi?

Diamo il benvenuto a ragazzi dai 14 ai 29 anni, perché l’età della “maturità” si è dilatata come conseguenza diretta dell’incertezza per quanto riguarda il futuro. Quella a cui ci rivolgiamo è una generazione di nativi generali, patrimonio del futuro che verrà. I ragazzi che la compongono sono iper in tutto: iper-connessi, iper-veloci, iperrealistici, ipercritici. Godono di un’invidiabile velocità di elaborazione delle informazioni, vivono in una dimensione che corre alla velocità della luce e sono affamati di risposte. “Essere social” è entrato a far parte della quotidianità di tutti, allora perché non trasformare i social in un luogo sicuro dove condividere passioni e idee e raggiungere risultati insieme, in modo responsabile? Per noi utilizzare responsabilmente i social vuol dire utilizzare lo strumento digitale per investire sulle capacità dei giovani, fortificando le loro capacità preesistenti con un meccanismo di “gamification” che li renda proattivi nel mondo digitale e, al tempo stesso, inneschi in loro la voglia di diventare protagonisti consapevoli anche off-line. ValorY vuole dare inizio a una nuova era “on-life”, senza vivere una vita diversa sui social o nella realtà, senza avere paura di essere giudicati, ma affermando la propria identità e utilizzando il mezzo social senza lasciarsi utilizzare.

Qual è lo scopo finale di ValorY dal punto di vista organizzativo, e cosa sperate di dare “in più” ai ragazzi che entrano a far parte del gruppo?

Quello che vogliamo è offrire ai ragazzi una guida non giudicante ma motivante, un aiuto nell’inserirsi in futuro che spettaloro di diritto. Vogliamo trasformare il mondovirtuale in opportunità fisiche, reali, e allenare talenti responsabili che siano pronti, quando verrà il momento, a prendere il mondo nelle proprie mani.