I giovani e l’ASviS: “Tutti insieme dobbiamo fare ripresa e resilienza”

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Il 10 febbraio l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha organizzato un evento dal titolo “Vogliamo decidere sul nostro futuro! I giovani valutano i piani italiani per il Next Generation Eu” per creare un momento di ascolto e confronto pubblico tra le giovani generazioni sulfuturo del Paese alla luce del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Ha aperto l’incontro il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini, sottolineando come il Next Generation Eu rappresenti un salto in avanti nel coordinamento delle politiche economiche, sociali e ambientali. “Lo sviluppo sostenibile è infatti al centro di tutte queste politiche, coerentemente con l’Agenda 2030, che fa da quadro di riferimento complessivo di tutte le varie azioni”.

Elisa Cappa Bava, rappresentante dello European Youth Parliament, ha evidenziato come riflettere sull’impatto del Pnrr sui giovani equivalga a interrogarsi sugli obiettivi fondanti del piano originale, il Next Generation Eu. “Nel Piano Nazionale il grande assente è il pilastro 6, quello delle politiche per la prossima generazione, e che risponde alle recenti indicazioni della Commissione europea”.

Da un lato il piano abbraccia i temi dell’inclusione sociale, della digitalizzazione e della transizione ecologica che daranno forma al mondo che la nostra generazione vivrà, ma dall’altro non si investe con risorse ad hoc per far fiorire il capitale umano giovanile, prospettiva che dovrebbe essere inserita nel Pnrr.

È necessario non considerare i giovani come una categoria uniforme, ma una categoria che ha bisogni differenziati, in questo modo si riuscirà ad approntare delle politiche che tengano in considerazione quelli che sono i reali bisogni giovanili.

“Se vogliamo attrarre i giovani, il linguaggio che usiamo nel piano, scalda i cuori?” si è chiesto Giovannini. “Vogliamo scaldare i cuori. I giovani ci hanno insegnato come portare in piazza migliaia di persone per dare una sveglia agli adulti”.

Giovanni Mori, di Fridays for Future, ha rilevato come questi fondi dall’Europa sono un’occasione che non dobbiamo perdere per non trovarci con una crisi economica e climatica ancora peggiore. “Il Pnrr deve investire in ricerca e formazione, ma anche in tante misure che migliorino la qualità della vita. Agire ci permette di ottenere benefici su tutti i punti di vista e raggiungere la sostenibilità economica, ambientale e sociale”.

Anche il Consiglio Nazionale dei Giovani, con l’intervento della presidente Maria Cristina Pisani, ha portato le proprie riflessioni sulla necessità di rivedere l’impostazione del piano per chiarire meglio quale sia l’obiettivo che si vuole raggiungere. “La Banca d’Italia ha pubblicato i redditi medi di questa generazione e ha indicato un futuro non brillante. Ci racconta infatti che le future generazioni vedranno minate le tutele minime di welfare di cui hanno potuto godere le generazioni precedenti”, questo richiede quindi una revisione del piano, l’adeguamento alle indicazioni della Commissione europea sulla creazione di un pilastro dedicato ai giovani, ma anche l’inserimento di obiettivi chiari e indicatori che possano farci capire tra dieci anni dove saremo.

“I giovani non sono solo portatori di bisogni ma anche di risorse” ha detto Domenico Vito di Rete Giovani 2021. Nel suo intervento ha fatto delle proposte chiare: una piattaforma di educazione civica digitale che possa offrire ai giovani gli strumenti per comprendere il contesto politico e sociale in cui vivono, ma anche la creazione di uno strumento deliberativo che possa coinvolgere giovani dai 16 ai 35 in assemblee che diano priorità e raccomandazioni alla politica. Domenico ha anche ricordato il tasto dolente dei NEET: l’Italia è infatti il fanalino di coda dell’Europa per numero di giovani che non studiano e non lavorano e che potrebbero essere aiutati con un maggiore investimento in ricerca, istruzione e pensando ad un sistema fiscale che sia più attrattivo per i giovani.

La crisi pandemica ha contribuito ad acuire le disuguaglianze e ha accelerato la transizione verso il futuro del lavoro e la mobilità urbana. “Il dibattito pubblico internazionale è fortunatamente cambiato, il Green New Deal e il Next Generation Eu dieci anni fa erano impensabili – commenta Robert Zielonka di Global Shapers – ma il dibattito pubblico nazionale non sembra abbracciare fino in fondo queste complessità e ci preoccupa”.

Facendo da eco a tutti gli interventi precedenti, Maria Vittoria Della Rosa Prati e Giovanni Moraglia, co-coordinatori del nuovo Gruppo di Lavoro ASviS “Organizzazioni giovanili”, hanno richiamato alla necessità di una maggiore attenzione ai giovani e di valorizzare il capitale umano che è il motore del nostro Paese.

“La crisi è una sveglia, un momento di cambiamento in cui noi giovani vogliamo essere protagonisti. Non vogliamo essere visti come quelli che non agiscono, è nostro interesse attivarci per il nostro futuro” dice Maria Vittoria ricordando che questo cambiamento deve però sempre rispondere alla compatibilità con le esigenze e la vitalità del pianeta.

Emerge chiaramente che i giovani vogliono e devono essere il punto di ripartenza per il Paese, ma allo stesso tempo il piano che segnerà il programma dei prossimi anni necessita di una revisione strutturale.

“L’articolazione del Pnrr crea confusione, mancano infatti scadenze e obiettivi, ma anche una metodologia che aiuti chi dovrà utilizzare le risorse” rileva Giovanni Moraglia.

Enrico Giovannini, concludendo l’evento, ha sintetizzato quattro punti principali tra tutti quelli emersi: la fedeltà agli obiettivi di tutela delle nuove generazioni; la necessità di far scoppiare insieme la bolla della crescita insostenibile; la continua creazione di innovazione e l’importanza dell’attivismo.

“Siamo disposti a ideare una campagna comune, l’attivismo è molto più efficace – ha detto – se convogliato in modo coordinato. Questa è una chiamata alle armi, pacifiche, del cambiamento. Tutti insieme dobbiamo fare ripresa e resilienza”.

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