L’assemblea generale Onu, l’Sdgs Summit e l’Italia

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Il 19 Settembre 2023 direttamente da New York ha avuto inizio la diretta sui canali social di Asvis dal titolo “L’SDG Summit 2023 e l’Italia”, moderato da Monica Paternesi di Ansa, un panel/dialogo fra Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’Agenzia Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, Elena Avenati, SDGs Advocacy manager di Save the Children, Stefano Gatti, inviato speciale per la sicurezza alimentare presso il ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale e Silvia Grandi, a capo della direzione generale economia circolare presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Il collegamento è da New York in occasione della 78esima Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite che ha come obiettivo il monitoraggio sull’effettivo buon proseguimento dei lavori volti al raggiungimento degli Sdgs.

All’inizio del summit è stata adottata la risoluzione finale che verrà sottoposta all’Assemblea generale.

Mancano 7 anni al 2030: per questo il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha chiesto di accelerare l’impegno. L’appuntamento globale della Conference of Parties 28 sarà un altro appuntamento globale per sottoporre all’attenzione dei policy maker quanto ancora resta da fare.

A New York si parla anche di Cooperazione allo sviluppo. Persiste ancora il giustificato malessere da parte dei paesi del Global South che lamentano la mancata esecuzione del fondo da cento miliardi di dollari per consentire loro di porre in essere le azioni di transizione energetica ed ecologica.

Si nota l’assenza di importanti paesi, taluni anche membri del Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, tra i quali la Repubblica Popolare Cinese e la Federazione Russa.

Il Summit è un momento cruciale per capire cosa vogliono fare i membri delle Nazioni unite per rispondere al drammatico appello di Antònio Guterres a invertire le tendenze “insostenibili” che sono davanti ai nostri occhi. Purtroppo, a oggi non sappiamo cosa il nostro Paese intende sostenere al Summit e la disattenzione dell’opinione pubblica per un evento così importante non è un buon segnale. 

L’auspicio “è che il Parlamento italiano avvii al più presto una seria discussione su questi temi, visto che l’Italia assumerà nel 2024 la presidenza del G7”, ha affermato Giovannini.

Per quel che riguarda il nostro governo, invece, è fondamentale assuma “impegni chiari per l’attuazione dell’Agenda 2030 a livello nazionale”, riguardanti, tra l’altro, “l’approvazione della nuova Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, il varo di una legge nazionale sul clima, come fatto dagli altri grandi Paesi europei appartenenti al G7, il rafforzamento e la rapida approvazione del Piano nazionale integrato energia-clima (Pniec) e del Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc)”. E ancora: “L’innalzamento, con la prossima Legge di bilancio, dell’aiuto pubblico allo sviluppo (oggi vicino allo 0,3% del reddito nazionale lordo, a fronte di un impegno dello 0,7%) e l’adozione di politiche economiche, fiscali e sociali in grado di ridurre significativamente le disuguaglianze, comprese quelle di genere”. 

Quali sono le priorità che l’Italia sta dando [Domanda di Enrico Giovannini a Stefano Gatti]?

Il segnale della presenza del nostro Rappresentante Italiano all’Assemblea Generale ONU è da vedersi con favore, specialmente in considerazione degli illustri assenti. Tre sono le priorità indicate dal segretario Antònio Guterres che il nostro Paese sta accogliendo:

Reperire le risorse per la costituzione del fondo da 100 miliardi

Un impegno molto gravoso vista la scarsità di risorse finanziarie da predisporre in Legge di Bilancio.

Unire i fondi pubblici con quelli privati può essere una buona strada. L’importante però è garantire un sistema di monitoraggio e rendicontazione efficiente, prima di tutto a favore dei beneficiari e poi per rispettare semplici principi di trasparenza che devono contraddistinguere l’operato istituzionale.

D’altro canto urge evidenziare che anche dinanzi alla scarsità di risorse il legislatore è obbligato, per giurisprudenza costituzionale e per le regole sulle fasi preparatorie del bilancio dello Stato, allo studio di misure finanziariamente efficienti e che soprattutto specifichi il loro impatto ambientale, che viene calcolato da parte della Ragioneria Generale dello Stato. Si parla tecnicamente dei cosiddetti BES nel DEF.

La sicurezza alimentare

Questo aspetto è già stato citato in occasione dell’evento tenutosi a Napoli “Insieme per gli Sdgs”.

La cultura alimentare che contraddistingue l’Italia in tal senso viene in aiuto per affrontare i gravi problemi di mancata educazione alimentare: la statistica ci ricorda come l’obesità si evidenzia sempre più in età precoce a causa di disordini alimentari presenti nella famiglia di appartenenza.

Queste due priorità ben si coniugano con la terza, che è anche un modo per risolvere e vincere queste grandi sfide: l’educazione.

Lo stile educativo di don Milani ha in tal senso un potenziale da non sottovalutare: non ridursi alla trasmissione di mere conoscenze ma impegnare l’allievo in progressive e autentiche responsabilità personali a favore della comunità.

Se questo processo educativo venisse riprodotto sistematicamente allora avremo una quantità di cittadini che accoglie come impegno personale tutto ciò che giova al miglioramento della collettività, perché il processo educativo avrà come punti cardine principi di umanità e valori etici condivisi.

In sede di Legge di Bilancio l’Italia, tuttavia, si dimostra impegnata nell’aumentare i finanziamenti e raggiungere il rapporto 0,70% di Pil impegnato in tal senso.

A novembre si darà il via al nuovo “Piano Mattei”, indirizzato a sostenere l’Africa, questione “strategia” – spiega Stefano Gatti – “per il nostro Paese e per l’Unione Europea”, specialmente da quando si è scelto di ridurre le richieste di rifornimento del gas da parte della Federazione Russa. Nei paesi africani si è trovato l’interlocutore migliore per aumentare la fornitura di risorse naturali a buon mercato.

Silvia Grandi ha sottolineato l’importanza di lavorare assieme, in partnership, con condivisione di scopi.

Il ruolo della direzione generale nella condivisione e coralità risulta molto importante specialmente quando ci si trovi a dover coordinare i piani di transizione ecologica delle regioni e città metropolitane, che non devono andare in contrasto, dovendo mantenere un rapporto di coerenza idoneo con il piano nazionale licenziato il 18 settembre dal Consiglio dei ministri.

Venendo alla terza ospite, Elena Avenati di Save the Children, evidenziamo come la sostenibilità passa per una sostenibilità sociale:

“L’energia richiesta dal perseguimento di questi obiettivi è un elemento importante. Tutti, nel rispetto del proprio ruolo, in Save the Children stanno dedicandosi al massimo nel raggiungimento degli Sdgs”.

Le competenze, altra parola chiave, di varie organizzazioni pubbliche e private dimostrano di conoscere la materia di cui si fanno portavoce.

Save a New York ha in programma un evento che vuole unire pubblico e privato per il fundraising a favore di progetti per i diritti dei bambini.

“Nelle partnership con le aziende si uniscono molti enti pubblici, come il Ministero dell’Ambiente. L’approvazione del piano nazionale per la transizione ci vede impegnati in opere di divulgazione e azione concreta per far conoscere ai ragazzi questi argomenti a volte distanti”. Ragazzi che “cerchiamo di coinvolgere e ascoltare per dare loro la reale percezione che sono e devono essere decisori del cambiamento”.

Il tema dei minori non accompagnati, secondo quella che è l’organizzazione normativa italiana, che commento trova da parte di Save the Children?[Domanda di Enrico Giovannini a Elena Avenati]

“Il nostro sforzo è di unire le varie istituzioni nazionali e sovranazionali attorno ad un tavolo affinché ciò che ancora va fatto venga raggiunto ed al più presto. Il dramma dei minori migranti è grande, forte e ha bisogno di essere attenzione con competenza e volontà politica. La conoscenza da parte di un pubblico adeguatamente maggiormente sensibilizzato giova ed aiuta ad accrescere l’interesse della cittadinanza in tal senso. Seguiamo da vicino quanto accade nelle nostre coste il quale accoglie i minori non accompagnati in queste drammaticità. La partecipazione quotidiana di tutta la cittadinanza globale farà la differenza quando capiremo di essere attori impegnati concretamente”.

Asvis monitorerà pubblicando il suo rapporto a Ottobre, evidenziando punti di forza e debolezza.

Il primo aspetto positivo, secondo Giovannini, è la recente modifica Costituzionale all’articolo 9: il piano di transizione ora licenziato dovrà vedersi ben concretizzato. “Il nostro sistema economico vicino alla recessione, poi, non incentiva e responsabilizza gli stakeholders in scelte lungimiranti che non possono essere procrastinate. Bisogna accelerare e bandire la parola rallentare”, conclude Giovannini.