Insieme per gli Sdgs: il racconto della tappa di Napoli

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di Emanuele De Zanet e Martina Vercoli

Questa edizione del ciclo di eventi “Insieme per i Sustainable, developments goals (SDG)” è stata pensata ed organizzata in tre città italiane: Trieste, Napoli e Palermo. Di particolare importanza è che due delle città selezionate siano al Meridione d’Italia, un bel segnale di ripartenza per un Sud che in realtà può e deve essere motore trainante per un vero cambiamento di scelte di vita, in tal caso di scelte condivise in relazione all’Agenda dell’Organizzazione delle Nazioni Unite 2030. 

Noi di Change The Future abbiamo partecipato alla tappa di Napoli dedicata alla campagna #insiemeperglisdgs, promossa dal Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione internazionale (MAECI). L’evento, si è svolto il 26 e 27 Maggio nella splendida cornice della Sala dei Baroni del Maschio Angioino. L’esigenza di coniugare fenomeni globali con realtà locali non poteva che essere rappresentata in una Città Metropolitana straordinaria come Napoli, unica nel suo genere.

Sono numerosi i fattori che hanno messo a rischio la sicurezza alimentare negli ultimi anni, trasformandola in una priorità a livello globale. La pandemia mondiale da COVID 19, i cambiamenti climatici, i conflitti, la perdita di biodiversità, l’instabilità climatica e finanziaria, sono solo alcuni degli elementi che hanno reso necessario un intervento da parte dei paesi dell’area Mediterranea. Nel corso dell’ultimo anno, a causa del conflitto in Ucraina e del conseguente aumento dei prezzi dei beni alimentari, l’obiettivo di sviluppo sostenibile numero due dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite – “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile” – è divenuto più urgente che mai. I paesi del Mediterraneo risultano, in questo periodo storico, un’area particolarmente colpita e vulnerabile. Secondo i dati delle Nazioni Unite, nei prossimi anni è infatti previsto un incremento della popolazione nell’area, con circa 22,5 persone in più entro il 2030, e un ingente aumento delle migrazioni verso le città dalle zone rurali. Inoltre, nel 2050, dieci miliardi di persone vivranno nelle città del Mediterraneo. Di conseguenza, sarà richiesto un aumento della produzione di cibo del 60% ed un maggiore consumo di acqua del 40%.

La due giorni di Napoli si è posta come spazio di dialogo, interazione e soprattutto di confronto per far emergere e valorizzare le esperienze locali sulle politiche del cibo, sulla sicurezza alimentare e sui sistemi alimentari sostenibili tra le municipalità del mediterraneo. Sfide che l’Italia sta tentando di affrontare in prima linea. 

Il primo ciclo di conferenze ha avuto inizio la mattina del 26 Maggio, con il Consiglio comunale straordinario dedicato all’agenda della Città di Napoli per la sostenibilità con la partecipazione allargata a personalità di spessore appartenenti ad organismi co-organizzatori del ciclo di eventi, come il Vice Ministro del MAECI, Edmondo Cirielli, e la Direttrice dell’UN SDG Action Campaign, Marina Ponti. Questo evento di lancio è da considerarsi un passo in avanti nella considerazione del ruolo e gestione delle relazioni estere da parte del nostro Paese. Cirielli, durante il suo intervento di apertura, ha ribadito l’impegno del governo Italiano, affermando che “l’Agenda 2030 è il punto di riferimento della cooperazione internazionale e l’azione globale dell’Italia è in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile” aggiungendo che “Lo scopo ultimo è quello di creare società più uguali e sostenibili partendo da comunità locali, territori e città, che rappresentano gli agenti principali del cambiamento”.

Successivamente, nel pomeriggio del 26, e durante tutta la giornata del 27, hanno avuto luogo diversi momenti di dialogo, condivisione e confronto tra le municipalità del Mediterraneo. È stato ribadito come l’Expo di Milano 2015 a tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” sia stato un’ottimo punto di partenza che ha permesso al Comune di Milano di lanciare il “Milan Urban Food Policy Act- MUFPP”, presentato a Napoli da Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano. Il patto, sottoscritto da oltre 265 sindaci del mondo, ha lo scopo di rafforzare la collaborazione tra le città per promuovere la sostenibilità dei sistemi alimentari locali, lottare contro lo spreco alimentare, preservare la biodiversità e garantire cibo nutriente ed accessibile per tutti. È stata poi condivisa anche l’esperienza del progetto “MedDiet” finanziato nel 2021 ed implementato dal CIHEAM – Istituto agronomico mediterraneo –  di Bari con lo scopo di costruire dei modelli alimentari sostenibili e resilienti in 18 paesi dell’area Mediterranea, promuovendo la dieta Mediterranea, definita da Maurizio Raeli, direttore del CIHEAM di Bari, “un patrimonio culturale ed ambientale.” 

Un’altra realtà tutta italiana è quella di “Campagna Amica”, illustrata da Carmelo Troccoli, direttore nazionale. La fondazione, promossa da Coldiretti, nasce nel 2008 per realizzare iniziative volte a esaltare il valore e la dignità dell’agricoltura italiana. Con una rete di oltre diecimila punti radicata su tutto il territorio italiano, il suo scopo è organizzare e promuovere i punti di eccellenza della filiera agricola italiana dal produttore al consumatore e soprattutto, a km zero.

Preziosa è stata anche l’esperienza della città di Cremona, portata dal sindaco Galimberti. Per la città lombarda è stato cruciale il legame con il territorio agricolo circostante. Inoltre, è stata messa in luce l’esperienza dello ZAF Innovation Center. Il centro di innovazione in cui università, ordini professionali, imprese e categorie economiche cooperano con lo scopo di affrontare questioni importanti poste dalle aziende, quali l’innovazione tecnologica e di ricerca per una produzione di energia sostenibile nel mondo dell’agricoltura e della zootecnia. Lo ZAF si occupa inoltre di consolidare ed aumentare le relazioni internazionali per una messa in comune di conoscenze e buone pratiche, per il sostegno a azioni concrete condivise e per la costruzione di scambi formativi internazionali soprattutto per giovani. Galimberti, ha concluso il suo intervento dichiarando che “il Mediterraneo è il nostro futuro, dimenticarsi del Mediterraneo significherebbe dimenticarsi di chi siamo”. Tante altre numerose esperienze, tra cui quella di Cecilia Marocchino, Urban food agenda coordinator della FAO, e di Giaime Berti, ricercatore della scuola superiore sant’Anna, hanno contribuito ad un rafforzamento delle buone pratiche alimentari. 

Le esperienze italiane che sono state valorizzate e raccontate sono solo il punto di partenza per la creazione di nuovi progetti di cooperazione che potranno contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. La speranza e la promessa è quella di continuare a costruire nuove pratiche che possano ispirare i sindaci e i rappresentanti di tutte le città Mediterranee, e perché no, del mondo intero. La volontà di costruire nuovi progetti e partenariati è tanta, come ha affermato Ali Dbouk, consigliere per l’agricoltura e l’ambiente della città di Tiro (Libano), “spero che questo meeting non sia l’ultimo, in Libano non abbiamo tanta conoscenza nel campo del food security, per questo spero che la cooperazione tra i paesi del Mediterraneo possa continuare”.