“Sanatoria subito”: un sit-in per chiedere il rispetto dei diritti degli immigrati

› Scritto da

Venerdì 26 giugno si è svolto il sit-in a Roma, in piazza del Pantheon lanciato dalla campagna “siamo qui – sanatoria subito” contro il nuovo decreto sulla sanatoria. Persone di tutta Italia si sono radunate in piazza per protestare contro le nuove leggi attive dal primo giugno e per richiedere una sanatoria che sia generalizzata e incondizionata. 

Numerosi sono stati gli interventi dei rappresentanti di diverse associazioni, ma anche di immigrati che hanno avuto l’opportunità di condividere le loro storie ed esperienze.

Il nuovo decreto prevede e regola la presentazione dell’istanza del permesso di soggiorno temporaneo (che ha una durata di 6 mesi) per i cittadini stranieri, titolari di un permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019, non rinnovato o convertito in altro titolo di soggiorno. 

Prerequisito fondamentale è la prova di svolgimento di una attività di lavoro antecedentemente al 31 ottobre 2019 nei seguenti settori: agricoltura, allevamento e attività connesse o lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare.

Il decreto che è considerato da molti illogico e artificioso, sembra essere, in primis, una risposta alle difficoltà economiche del paese dovute alla pandemia Covid-19, e solo in un secondo momento, una parziale soluzione al problema dell’immigrazione da un punto di vista dei diritti e della dignità umana. 

Le disposizioni contenute nel decreto, spesso ambigue e confuse, sembrano incoraggiare gravi disparità di trattamento, lasciando migliaia di persone migranti nell’ombra senza la documentazione necessaria.

Tra le varie persone che sono intervenute alla manifestazione, i rappresentanti della comunità tunisina richiedono un dispositivo di legge che conceda a tutti i documenti, senza i quali l’accesso alla sanità viene negato, denunciando come tale negazioni rappresenti “una negazione della dignità”. 

Silvye, che raggiunge la piazza dalle Marche, definisce questa sanatoria una “gift card” che ancora una volta dimostra la debolezza delle istituzioni democratiche del Paese e concede un’altra vittoria ai giochi di mafia politica.

Tra le varie critiche, c’è la considerazione dell’immigrato da parte dello Stato Italiano come semplice risorsa economica o “braccia per non far marcire la frutta”. Più volte, durante il sit-in, è stata sottolineata la necessità di rompere le catene dell’irregolarità che tengono prigioniere una considerevole parte della popolazione, limitandone l’accesso ad alcuni dei diritti fondamentali.

La campagna “Sanatoria subito” propone una serie di punti e modifiche al testo di legge che hanno come obiettivo primario la protezione e la regolarizzazione di tutti gli immigrati presenti sul suolo italiano. Tra questi suggerimenti per la modifica del decreto vi sono: l’estensione delle procedure di regolarizzazione a tutti i settori lavorativi, l’annullamento delle differenziazioni nell’accesso alle procedure basate sulla data di scadenza dei titoli di soggiorno già detenuti e il cumulo di diversi rapporti di lavoro utili al raggiungimento dell’orario e salario minimo del lavoratore con l’abolizione del reddito minimo del datore di lavoro. 

La battaglia per la regolarizzazione con l’allargamento delle disposizioni normative non garantisce solo l’acquisizione dei diritti ai migranti ma quelli di un’intera società, perché un paese che fa leggi discriminatorie è un paese che limita i diritti di tutti.

LEGGI ANCHE:

Stereotipi razziali: perché “siamo” razzisti?