Defender Europe 2020: chi sono i soldati sbarcati in Europa?

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Negli ultimi giorni sono circolate diverse critiche e teorie allarmistiche a riguardo di un ingente numero di soldati statunitensi sbarcati sul territorio europeo in piena emergenza Coronavirus. Notizia che ha suscitato inizialmente forti timori date le dimensioni notevoli dell’operazione, le potenze coinvolte, i costi e le informazioni, spesso fuori contesto e poco chiare a riguardo. 

Proprio per questo ho raccolto alcune delle domande che in questi giorni circolano maggiormente sul web in merito alla vicenda, dando loro una risposta.

Chi sono i soldati sbarcati in Europa?

Sono soldati sia statunitensi che europei facenti parte dell’esercito che ha preso parte all’operazione Defender Europe 2020. I primi soldati, statunitensi, sono giunti a febbraio 2020.

Cos’è l’operazione Defender Europe 2020?

È un’esercitazione militare della NATO e rientra tra i più grandi dispiegamenti di forze armate statunitensi in Europa dalla fine della guerra fredda. Coinvolge circa 37.000 soldati, sia statunitensi che europei e 33.000 mezzi ed equipaggiamenti militari, tra cui 450 veicoli corazzati. Si tratta di un’operazione pianificata nel 2019 e finalizzata a concretizzarsi nel 2020. 

Qual è l’obiettivo di tale esercitazione?

L’obiettivo principale è testare le capacità statunitensi ed europee nel riuscire a dispiegare un’ingente forza militare e a trasferire rapidamente mezzi militari da una parte dell’Europa all’altra e dagli Stati Uniti all’Europa. È dunque un banco di prova per la NATO, per l’Europa e per gli Stati Uniti per testare i diversi approcci strategici nell’accogliere e distribuire soldati e mezzi militari in Europa. 

Quali sono le nazioni coinvolte?

L’operazione verrà effettuata in sei paesi europei: Germania, Olanda, Belgio, Polonia, Estonia e Lettonia. I paesi coinvolti nell’esercitazione, secondo i piani originari, sono 18: Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Belgio, Canada, Danimarca, Georgia, Francia, Italia, Spagna, Ungheria, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Lettonia, Estonia, Polonia, Finlandia, Lituania. È possibile che vi si saranno modifiche a causa delle nuove disposizioni delle diverse nazioni per l’emergenza Covid-19, come è già successo in Italia.

In che termini l’Italia ne è coinvolta?

L’Italia era inserita nei piani originari della Defender Europe 2020 con un contributo che consisteva in un contingente dei paracadutisti della Brigata Folgore in Lettonia e un gruppo operativo della Brigata Garibaldi in Germania. L’11 marzo 2020 il ministro della difesa Lorenzo Guarini ha comunicato il dietrofront da parte dell’Italia, la quale non parteciperà in quanto impegnata a fronteggiare l’epidemia in corso a causa del nuovo Coronavirus. 

Il Coronavirus fermerà l’esercitazione?

Al momento no. L’esercitazione prosegue ma con una riduzione delle truppe americane e una rimodulazione delle operazioni. Sul sito ufficiale dell’esercitazione Defender Europe 2020 (U.S Army Europe) vi è una sezione riguardo il nuovo Coronavirus, nella quale si legge che la situazione è continuamente sotto controllo ma che l’esercitazione non si fermerà totalmente.

I soldati sono vincolati dalle misure di contenimento del coronavirus? 

Sì, sono vincolati dalle legislazioni nazionali dei Paesi in cui si ritrovano per viaggiare e nei paesi di destinazione. È anche vero che le immagini degli arrivi dei soldati in alcuni paesi riportano un’accoglienza poco attenta a misure preventive in materia di contagio dal nuovo Coronavirus.

È un’invasione?

No, gli Stati Uniti non stanno invadendo l’Europa. Nonostante la diffusa percezione della supremazia esercitata dagli Stati Uniti, della sudditanza dell’Europa e che gli Usa siano interessati unicamente all’Indo-Pacifico, l’esercitazione Defender Europe dimostra l’importanza dell’Europa negli equilibri mondiali. Inoltre nei piani della Defender Europe 2020 si afferma esplicitamente che, terminata l’esercitazione, i soldati dispiegati e i mezzi trasportati verranno fatti rientrare negli Stati Uniti o nei paesi europei di provenienza. 

È una minaccia alla Russia?

Non si tratta di alcuna minaccia poiché esercitazioni di questo tipo sono preventivamente annunciate e concordate anche nel Consiglio NATO-Russia, il quale si svolge ogni anno tra rappresentanti della Russia e dei paesi dell’Alleanza. È pur vero che un’operazione militare dalle dimensioni citate in precedenza ha un forte potere deterrente contro ipotetiche ambizioni russe verso alcune zone d’Europa, in particolare verso gli Stati Baltici.