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La trappola delle fake news: come difendersi?

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Come difendersi dalla trappola delle fake news è un punto interrogativo al centro dei tanti dibattiti degli ultimi anni, circa i rischi del web. Tuttora non vi è risposta univoca.

Hanno provato a rispondere alcuni esperti – invitati da Save the Children Italia – in una live organizzata in occasione del Safer Internet Day, la Giornata mondiale per la sicurezza in rete. Uno spazio di confronto in cui giornalisti e cooperative hanno dialogato sul tema delle fake news.

Non chiamatele fake news

“Non chiamatele fake news” è il nome dell’ultimo libro della giornalista Valentina Petrini, presente nella live, ed è stato anche l’invito con cui ha voluto iniziare il suo intervento. “È un termine abusato e troppo ampio. Questo elimina le sfumature, le quali invece sono fondamentali nella narrazione del fenomeno della disinformazione e rischia di allontanarci dalla conoscenza reale della macchina della manipolazione.”

Satira o fake news?

La disinformazione esiste da sempre, con lo sviluppo delle tecnologie sono solo aumentate le possibilità di creazione e diffusione di notizie distorte. In particolare, con l’avvento della radio e della televisione si sono evolute le notizie satiriche, spesso scambiate per cose reali nella mente dei consumatori di notizie.

Dinamica che si ripropone anche sui social. A testimonianza di questo si è inserito Augusto Rasori, giornalista di Lercio, sito satirico di false notizie dal taglio umoristico, che ha raccontato l’evoluzione nel tempo delle reazioni ai loro articoli. “Quando è nato Lercio il dibattito sulle fake news non era ancora così centrale e spesso capitava di essere presi sul serio, al punto tale da essere stati inseriti più volte nelle black list dei siti che facevano disinformazione. Ma il blog di Paolo Attivissimo, giornalista e noto debunker, è stato uno dei primi a riconoscere il nostro intento reale”.

Come difendersi?

Sorge spontaneo domandarsi come distinguere una notizia vera da una falsa o distorta. Le strategie sono molte, e Paolo Attivissimo ha delineato alcuni punti del decalogo #BastaBufale, una guida che ha realizzato per tutti gli utenti del web.

  1. Condividi solo notizie che hai verificato;
  2. Usa gli strumenti di internet per verificare le notizie: cerca informazioni su chi pubblica e diffonde la notizia, controlla che il nome del sito sia corretto e non contenga storpiature, controlla l’autenticità e la data delle foto, cerca la testata e la notizia sui siti antibufala;
  3. Chiedi le fonti e le prove: è un tuo diritto e chi non risponde non merita la tua fiducia;
  4. Chiedi aiuto a una persona esperta, su internet e fuori da esso;
  5. Hai un potere enorme, usalo bene: il tuo click, il tuo like, la tua condivisione possono diventare denaro per i fabbricatori di notizie, e una volta messa in giro una notizia falsa non si ferma più.

Fake news: quale generazione è più a rischio?

“Per i miei genitori Lercio è al pari di qualsiasi altra testata giornalistica – racconta divertita Sofia Torlontano, giovane redattrice di Change the Future – Save the Children – e spesso non distinguono una notizia vera da una di Lercio.” Lo racconta per poi introdurre una specifica sul tema della disinformazione: il rischio di cadere nella trappola delle fake news è più elevato per le generazioni più adulte, mentre i giovani sono più attenti.

Su questo si inserisce anche Irene Burlando, redattrice di Change the Future, che ha evidenziato come la generazione dei suoi coetanei sia più scettica rispetto a quella precedente. “Scetticismo che ha i suoi pro e i suoi contro.”

“La vera emergenza non è la fascia d’età dei più giovani – conferma anche Valentina Petrini – ma i più adulti, i quali sono anche coloro che detengono il potere decisionale. C’è un problema specifico da affrontare in questa categoria. Non bisogna demonizzare la rete, bisogna coglierne le opportunità e creare ambiti di espressione giornalistica nuovi.”

Le redattrici Sofia Torlontano e Irene Burlando hanno sottolineato a più riprese che, proprio in virtù di questo, è oramai necessaria un’alfabetizzazione digitale differenziata per fasce d’età. “Il Safer Internet Day organizza diverse attività indirizzate ai giovani – denuncia Sofia – ma forse è il momento di organizzare qualcosa orientato anche ai più adulti”.

La soluzione? L’alfabetizzazione digitale

Significativa in questo senso è stata la presenza di Mauro Cristoforetti, Presidente della Cooperativa Sociale EDI Onlus. “L’informazione è un diritto, ma in quanto tale comporta anche delle responsabilità. Tra queste vi è quella di riconoscere la veridicità delle notizie, ma non possiamo pensare che un/a ragazzino/a faccia questo passaggio da solo.” 

Il Presidente di EDI ha raccontato la sua esperienza e i progetti che propone la sua cooperativa, sottolineando il valore aggiunto di un progetto specifico, “Generazioni Connesse”, un programma della Commissione Europea che promuove strategie e attività per rendere internet un luogo più sicuro.

“L’auspicio – ha concluso Mauro Cristoforetti – è che ci sia sempre più dialogo tra le generazioni. È vero che queste hanno più facilità con le nuove tecnologie, ma è fondamentale anche l’esperienza educativa che possono portare gli adulti.”