Seminario “Abuso online”

› Scritto da

TORNA ALLO SPECIALE “GENERAZIONI CONNESSE”

SPECIALE A CURA DI ROBERTA LAGLIA ED EMMA PUGLIA

Uno dei problemi di cui si parla da sempre ma che non sembra essere ancora risolto è quello degli abusi sui minori. Negli ultimi tempi questo problema è penetrato anche nella vita online, compromettendo ancora di più la sicurezza dei giovani che hanno fatto di internet la loro seconda casa.

Per abuso “online” si intende ogni forma di abuso sessuale su minori perpetrata attraverso internet e la documentazione di immagini, video, registrazioni di attività sessuali esplicite, reali o simulate. La rete permette la diffusione delle immagini in un enorme circuito, con la possibilità di accesso alle immagini dell’abuso da parte di moltissime persone e la possibilità di scaricarle. Il fatto che la “realtà” dell’abuso si cristallizzi nella rete, distorcendo la dimensione temporale dei fatti, unito alle conseguenze della vittimizzazione sessuale in un soggetto in età evolutiva, lo caratterizza come un “trauma pervasivo”: le immagini dell’abuso o dei contatti sessuali in rete amplificano all’infinito gli effetti dell’abuso sulla vittima, l’abuso diventa, così, una realtà fattuale persecutoria ed eterna con cui la vittima deve fare i conti “per sempre” (Soavi, 2012).

Con lo scenario del coronavirus e con il conseguente cambiamento dell’uso di internet in modo maggiore da parte dei giovani, gli scenari di rischio sono aumentati notevolmente. la dottoressa Vera Cuzzocrea, intervistata da Underadio, sostiene come, diversamente da come si potrebbe pensare, il periodo che stiamo vivendo e la conseguente impossibilità di incontrare coetanei ha creato due diversi scenari nel mondo adolescenziale: da una parte alcuni adolescenti con problemi di interazione e timidezza hanno percepito lo schermo del computer come una sorta di protezione, vivendo quindi in qualche modo più positivamente il tutto. Di contro però gli adolescenti si sono sentiti privati delle opportunità di scambio di interazione sociale e di confronto, questo è anche fortemente legato allo scenario scuola, in quanto la pandemia ha limitato attività di classe come le gite, incontri con specialisti di vario genere. Togliendo dunque ai giovani quella vita sociale lontano dal mondo virtuale.

Una delle cause scatenanti degli abusi è l’idea sbagliata che spesso si ha di quella che è intimità e i conseguenti problemi di revenge porn e sexting, i quali fortunatamente nell’ultimo anno sono diventati un vero e proprio reato. Tutto ciò è causato dall’ignoranza che spesso sta dietro a tutto ciò, a come spesso si pensi che il trattenere, il condividere immagini o video che riguardano l’intimità senza consenso non possa essere un danno ma soprattutto un reato.

Tra i vari panorami virtuali in cui gli abusi hanno luogo, uno dei più popolari è quello dei giochi virtuali. Questo è un problema enorme considerando che la maggior parte, se non tutti giovani utilizzano almeno a un gioco virtuale. In questi scenari i giovani vengono a contatto con persone esterne, sconosciuti volendo magari innocentemente trovare un coetaneo con cui giocare e fare amicizia. Ma talvolta dietro a quei coetanei che giocano online si può nascondere un adulto con diverse intenzioni.

Recentemente si è parlato spesso di Telegram, sito di messaggistica diventato tristemente famoso per abusi e casi di revenge porn. Proprio su questa app sono presenti vari gruppi in cui vengono condivise foto intime senza il consenso dei diretti interessati. Negli ultimi tempi, fortunatamente, la polizia postale è riuscita ad individuare gruppi di questo genere, ma la strada è ancora lunga in quanto la quantità di questi gruppi è davvero illimitata.

Ma anche i siti di incontro si presentano come un grave problema, in quanto spesso c’è la totale mancanza di criteri e controllo.

Tutto questo rischia di compromettere seriamente i giovani e il rapporto che un ragazzo può avere con il proprio corpo soprattutto durante la fascia adolescenziale, ma anche il primo approccio che un ragazzo può avere con la sessualità.

Per risolvere questo problema c’è bisogno di un duro lavoro di educazione incentrato sulla consapevolezza del danno, sull’abilità responsabilizzante che comprende la consapevolezza delle possibili conseguenze.

Ma c’è anche un forte bisogno di supervisione da parte dei genitori, insegnanti, esperti in modo da non lasciare soli i più giovani di fronte a problemi di questa grande portata.

APPROFONDIMENTI:

Abuso online: l’intervista con la Dott.ssa Vera Cuzzocrea