Seminario “Adolescenti e violenza di genere”

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SPECIALE A CURA DI ROBERTA LAGLIA ED EMMA PUGLIA

Ormai sembra essere sempre più diffusa online la cosiddetta “lingua dell’odio” vale a dire quell’atteggiamento fondato su basi prive di senso, usato per discriminare, disprezzare donne, stranieri e chiunque venga definito, per ignoranza, come facilmente attaccabile. È proprio con la diffusione di lingua artificiale che sempre più frequentemente assistiamo ad episodi di razzismo, sessismo, omofobia che potremmo racchiudere dentro un’unica parola: “DISCRIMINAZIONE”. Tra i vari fenomeni quello più largamente sottovalutato e attuale della nostra società, di cui talvolta ci accorgiamo meno, è la discriminazione di genere. E con il passare del tempo questo problema ha inquinato/intasato anche il mondo digitale.

Esistono varie forme di violenza di genere online, cyberstalking, molestie e abusi sul web che danneggiano la reputazione dei ragazzi che ne cadono vittime.

La violenza online influisce in modo differente su donne e ragazze rispetto a uomini e ragazzi, le donne connesse al web corrono il rischio di essere molestate online 27 volte di più dei maschi. Nel mondo, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, l’85 per cento delle donne che usano Internet si sentono più libere ma allo stesso tempo il 73% di loro subiscono abusi online.

Ci sono pochi dati a riguardo: molti di questi episodi di violenza online non sono denunciati alla polizia, e spesso, quando riportati, non vengono presi in considerazione come gli episodi di violenza nella “vita vera”. Questo tipo di violenza non è in alcun modo tollerabile, tanto meno è possibile accettare la violenza online per la quale la classe governativa dovrebbe prendere provvedimenti. A livello europeo gli studi e gli interventi legislativi volti a garantire il benessere e la tutela dei minori riconoscono solo in parte il pericolo per la salute dei più giovani costituito da forme di violenza e abuso nelle relazioni intime adolescenziali. Per quanto riguarda le/gli adolescenti, vittime di abusi e violenze da parte dei loro partner, l’attenzione si focalizza principalmente sulla dimensione offline: sono pochi gli studi dedicati all’incidenza e all’impatto delle nuove tecnologie sulle violenze vissute dagli/dalle adolescenti nelle relazioni tra pari.

E ciò è dato anche dal fatto che a livello europeo purtroppo non esiste una legislazione comune per descrivere e regolare la violenza di genere online: questo implica una definizione e una legge diversa per ogni Paese.

Continuare a considerare online e offline come due mondi separati, contribuisce a una lettura della violenza di genere online, come non “reale” soprattutto in termini di effetti e ricadute reali sulla vita dei più giovani a livello fisico ed emotivo.

È necessario e fondamentale una sensibilizzazione di genere, è vitale che internet diventi uno spazio sicuro, rispettoso e incoraggiante per le donne e le ragazze così come per gli uomini e i ragazzi creando una coscienza collettiva. È necessario anche che le compagnie di tecnologia riconoscano che la violenza di genere online sia un comportamento da criminalizzare, e promuovano applicazioni e programmi sensibili al genere.

 Solo all’inizio di quest’anno, qualcosa nel Governo ha iniziato a muoversi su questa strada: prima dell’emergenza Covid, la ministra dell’Innovazione Tecnologica e Digitalizzazione Paola Pisano ha firmato un decreto ministeriale che istituisce una task force per studiare il fenomeno dell’hate speech online e arrivare anche a delle conclusioni per contrastarlo.

La cyber violenza ha anche implicazioni socioeconomiche. Un esempio sono le donne intimidite che, per paura, tendono a usare meno internet, e in un mondo dove l’uso del web significa emancipazione, conoscenza e uso per scopi educativi, ricreativi e lavorativi, la privazione rappresenta un grave danno. Questa autoesclusione avrebbe effetti notevoli perché limitare l’uso di internet o essere disconnessi oggi è come veder distrutto il proprio diritto alla libertà, a conoscere, informarsi ed esprimersi liberamente.

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